I romanzi di avventure marinare di Clive Cussler sono per me come una specie di coperta di Linus, vi ricorro spesso quando sono costretto a casa da qualche malanno di stagione, (come in questo momento) e poi specialmente nelle feste natalizie, per cercare di sopravvivere alle lunghe riunioni familiari.
Del resto ogni volta che si comincia un romanzo di questo scrittore highlander è come ritrovare un vecchio amico, in qualche modo sai che non ti aspettano sorprese, cambiano gli scenari, ma gli ingredienti della storia sono simili, ben scritti, però, con quell’alchimia che ti porta candidamente a finire in un fiato un librone di cinquecento pagine.
Perché la ricetta funzioni importante è anche il coautore di Cussler, il vecchio cercatore di tesori (che è davvero presidente della NUMA National Underwater and Marine Agency) ormai da tempo scrive in tandem con altri “maestri” dell’avventura. Qualche anno fa chi lo accompagnava si lasciava prendere troppo dalla fantasia sino a rendere gli scenari poco credibili e così avevo sospeso di leggere la saga, ma di recente si è tornati ai vecchi standard, suspence e colpi di scena ma ancorati solidamente alla realtà.
Così è anche “Corsair” (Longanesi) che Cussler ha scritto con Jack Du Brul nel quale ci si avventura nel mondo della pirateria moderna in Somalia. Protagonista è l’immarcescibile Juan Cabrillo e la sua Oregon una nave super tecnologica che da fuori appare come un vecchio cargo arrugginito. Il nostro riuscirà a penetrare in una delle nuove tortuga in Somalia a caccia di un temerario pirata e terrorista Suleiman Al- Jama che porta lo stesso nome di un vecchio Imam, uno dei padri dell’Islam. Ma la differenza tra i due è sostanziale, il primo non ha alcuno scrupolo e combatte per smania di potere, l’altro alla fine della guerra santa - combattuta tra le fila dei pirati barbareschi - nei suoi scritti aveva posto le basi per una riappacificazione tra mondo arabo e occidente.
Le storie dei due pirati si alternano con una serie di salti temporali tipici della narrazione di Cussler, e Cabrillo si trova invischiato in una trappola che non avrebbe mai neppure immaginato. Egli deve liberare Fiona Katamora affascinante segretario di stato americano il cui aereo è scomparso sui cieli libici proprio alla vigilia di un importante negoziato di pace. Cabrillo e i suoi cercano di ritrovarla con una avveniristica jeep, ma rimangono prigionieri del deserto libico.
I libri di Cussler si inseguono e così mentre mi accingo a terminare la recensione ecco sul mio tavolo già il nuovo scritto «L’oro di Sparta» lavoro a due mani con Grant Blackwood che non conosco, ma nella piccola bio viene presentato come un veterano della Marina e autore di numerosi romanzi d’avventura. Il titolo e la copertina sembrano allettanti, vi dirò dopo le feste natalizie.
Fonte: Articolo di Nicolò Carnimeo su la Gazzetta del Mezzogiorno – L’Angolo del Mare
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