Ho trovato questa bellissima recensione sul sito Il Jester, del Serpente dei Maya, mi ha colpito molto, spero vi piaccia.
Be’, quando ho aperto questo libro – dico la sincera verità – non ero molto convinto. Un po’ perché l’avventura, condita con intrighi e sette segrete, non è il mio genere, e un po’ perché l’autore – Clive Cussler – non mi ha mai ispirato in modo particolare. L’ho sempre visto (letterariamente) come un fabbricatore di libri puramente commerciali, dove l’avventura, il mistero e naturalmente gli assassini con tutto quel che ne consegue, assumono la caratteristica di prevedibili e tipici ingredienti mischiati ad hoc per intrattenere il lettore in edizione economica, durante le noiose e assolate giornate estive. In altre parole, consideravo Clive Cussler il lato avventuroso di Daniel Steel (la regina degli harmony).
Per essere sincero, nonostante tutto, non me la sento ancora di smentire totalmente questa impressione. Del resto, il signor Cussler, già dalle prime pagine del romanzo in questione – dove per la prima volta protagonista non è il suo eroe, Dirk Pitt, ma la coppia Austin-Zavala della onnipresente NUMA – propone una valanga di pubblicità occulta a questa o quella marca di orologi, personal computer, attrezzi subacquei, scafi ecc. E sinceramente, queste “trovate” letterarie tolgono notevoli punti a uno scrittore che – a me pare – non ha bisogno certo di certi espedienti per finanziare i suoi libri.
Ma a parte questo neo, posso affermare che il libro comunque è un libro discreto (ma dovrei ampliare ancora la mia conoscenza dello scrittore per affermarlo con assoluta certezza!). Sicuramente, Clive Cussler non è l’ultimo arrivato e conosce perfettamente la tematica del mare che, in questa specifica narrazione, confonde con molti elementi di storia e archeologia, che trasportano il lettore in ambiti avventurosi non privi di un certo fascino. Per cui, già dinanzi a certi elementi, il romanzo prende. L’intrigo iniziale pone diverse domande, e il lettore è invogliato ad andare avanti… a consumare le pagine, pur di capire cosa c’è dietro.
Un’aspetto non indifferente di questo specifico titolo, ma che presumo sia comune a tutti i libri di Clive Cussler, è la simpatia dei suoi personaggi. Austin e Zavala sono due “sagome”, due personaggi ben caratterizzati, in cui si intrecciano competenza, coraggio e naturalmente comicità, sebbene in alcuni tratti, quest’ultima, appaia un po’ troppo forzata, quasi che l’autore volesse tranquillizzare l’assiduo lettore, garantendo che i nuovi arrivati non faranno certo rimpiangere il più famoso Pitt.
Be’, quando ho aperto questo libro – dico la sincera verità – non ero molto convinto. Un po’ perché l’avventura, condita con intrighi e sette segrete, non è il mio genere, e un po’ perché l’autore – Clive Cussler – non mi ha mai ispirato in modo particolare. L’ho sempre visto (letterariamente) come un fabbricatore di libri puramente commerciali, dove l’avventura, il mistero e naturalmente gli assassini con tutto quel che ne consegue, assumono la caratteristica di prevedibili e tipici ingredienti mischiati ad hoc per intrattenere il lettore in edizione economica, durante le noiose e assolate giornate estive. In altre parole, consideravo Clive Cussler il lato avventuroso di Daniel Steel (la regina degli harmony).
Per essere sincero, nonostante tutto, non me la sento ancora di smentire totalmente questa impressione. Del resto, il signor Cussler, già dalle prime pagine del romanzo in questione – dove per la prima volta protagonista non è il suo eroe, Dirk Pitt, ma la coppia Austin-Zavala della onnipresente NUMA – propone una valanga di pubblicità occulta a questa o quella marca di orologi, personal computer, attrezzi subacquei, scafi ecc. E sinceramente, queste “trovate” letterarie tolgono notevoli punti a uno scrittore che – a me pare – non ha bisogno certo di certi espedienti per finanziare i suoi libri.
Ma a parte questo neo, posso affermare che il libro comunque è un libro discreto (ma dovrei ampliare ancora la mia conoscenza dello scrittore per affermarlo con assoluta certezza!). Sicuramente, Clive Cussler non è l’ultimo arrivato e conosce perfettamente la tematica del mare che, in questa specifica narrazione, confonde con molti elementi di storia e archeologia, che trasportano il lettore in ambiti avventurosi non privi di un certo fascino. Per cui, già dinanzi a certi elementi, il romanzo prende. L’intrigo iniziale pone diverse domande, e il lettore è invogliato ad andare avanti… a consumare le pagine, pur di capire cosa c’è dietro.
Un’aspetto non indifferente di questo specifico titolo, ma che presumo sia comune a tutti i libri di Clive Cussler, è la simpatia dei suoi personaggi. Austin e Zavala sono due “sagome”, due personaggi ben caratterizzati, in cui si intrecciano competenza, coraggio e naturalmente comicità, sebbene in alcuni tratti, quest’ultima, appaia un po’ troppo forzata, quasi che l’autore volesse tranquillizzare l’assiduo lettore, garantendo che i nuovi arrivati non faranno certo rimpiangere il più famoso Pitt.
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