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Questo Blog è dedicato interamente a Clive Cussler, ai suoi libri, ai suoi personaggi, tra tutti Dirk Pitt.

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e sopratutto uno spazio per parlare insieme del maestro dell'avventura

mercoledì 4 febbraio 2009

Tempesta al Polo - Opinioni

Il libro mi è piaciuto moltissimo, direi che è in assoluto il migliore della serie dei Numa Files, quelli con Kurt Austin.
Gli autori hanno saputo mescolare con abilità sia le trattazioni tecnico-scientifiche, che l'azione pura, in modo da non rendere la narrazione ne' troppo pesante ma nemmeno troppo simile ad un libro della serie Oregon, tutta inseguimenti e sparatorie...
Sia in questo che nel precedente -
Il tesoro di Gengis Khan - del quale non abbiamo ancora avuto modo di parlare, i co-autori mi sembrano molto maturati, riuscendo a comprendere l'essenza delle storie, mi spiego: in Tempesta al Polo la suspance è la chiave che regge tutta la narrazione - ce la faranno i nostri eroi a salvare il mondo dalla distruzione? ... - ma l'intreccio si è svolto sempre in maniera non scontata, mentre nel precente, secondo me, la base del libro erano gli scenari esotici e le prergrinazioni di Pitt e Giordino, a proposito, è meravigliosa la traversata di Pitt e giordino nel deserto del Gobi, mi ricorda qualcosa, e la "consueta" catastrofe annunciata faceva quasi da sfondo, mentre nei precedenti l'intreccio era sempre un po "troppo" scontato ed i personaggi si muovevano in sequenze già definite ed era continuo il senso di deja-vu.
Personalmente ho sviluppato un personalissimo indice di gradimento dei libri che leggo: il tempo che passo di più a leggere sono le due ore circa che impiego ad andare da casa all'ufficio tra andata e ritorno - chi vive a Roma può capirmi, gli altri immaginino - per cui ho circa due ore al giorno da dedicare alla letture tra treno e metro, ebbene, quando arrivo a Termini senza essermene reso conto, oppure non vorrei scendere per continuare a leggere, allora il libro meritava, in caso contrario...
... vedi qualsiasi commento sulla serie della Oregon!!!

A proposito di commenti negativi, Claudio mi ha scritto di aver trovato un sito che imita Wikipedia, che si chiama Nonciclopedia (!?) dove si parla male ed a sproposito dei romanzi di Cussler (allego per il
link), leggendolo ho ripensato ad un commento che avevo trovato su un giornale a proposito del Tesoro di Gengis Khan, che ho pubblicato sul sito "Cussler padre e figlio, la noia dell' avventura" (anche qui link) ed ho fatto questa rflessione che vorrei condividre con voi, qui o sul forum: ma è veramente così importante il finale di un libro? La cattura o l'uccisione del cattivo deve essere dello stesso livello del resto del libro, oppure può essere liquidata in poche righe, senza alterare il giudizio complessivo del romanzo?
In effetti se leggi un libro di Cussler, ma anche di molti altri ti aspetti, sopratutto nelle serie, che il buono vinca, è sempre così, in questo modo ci sarà un altro libro della serie, come nei fumetti, Dylan Dog non è mai morto, o se è morto, solo in sogno, per cui sappiamo già come andrà a finire.
Secondo me no, terminare in poche righe lo scontro finale non nuoce al libro, anzi lo rende più snello, per esempio ci sono molti libri noir che per stessa "essenza del genere" a volte non finiscono, non si trova il colpevole, perchè non è lo scopo del libro, anche nei libri di avventura la cosa importante è l'avventura, non come il buono sconfiggerà il cattivo, mi appassiona come si arriva alla fine del libro non la fine stessa, un po come quando si parte per le vacanze in macchina il viaggio non è un semplice trasferimento, ma è importante sia divertente.

Su questa parte terrei molto sapere la vostra opinione

Andrea

1 commento:

Serena ha detto...

Ciao
anche io sono un'appassionata di Clive e devo ammettere che finchè lui è stato l'unico artefice delle sue avventure ho divorato i suoi libri; ora che collabora allegramente confesso che sono rimasta un pò indietro, probabilmente per scetticismo verso i nuovi personaggi che non riescono a raggiungere le vette di Dirk Pitt & company.
Ho trovato molto divertente il link a "nonciclopedia " perchè è ovvio che -e io sono una devota che compra tutte le prime edizioni anche ora- l'autore del post ha messo in evidenza un gusto ironico che tuttavia apprezzo.
Non ci dimentichiamo che le storie di Clive sono pura FICTION, è ovvio che la finzione deve essere anche un pò mirabolante, altrimenti sarebbe noiosa come un documentario.
Il post malefico in realtà è stato molto acuto nel cogliere tutti i punti dove la finzione si rivela per quello che è...: ma facciamoci una risata, tanto Clive non ce lo toglie nessuno a prescindere dal finale -che tuttavia dovrebbe essere preferibilmente non scontato, per rendere onore alla fatica della pagine precedenti ossia per fare il botto!

Serena