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sabato 17 dicembre 2011

Riflessioni sul Tesoro di Gengis Khan


Questa recensione di Nino mi ha tolto le parole di bocca, qui c'è il succo del perchè adoro Cussler e tutti (o quasi) i suoi libri, Il Tesoro di Gengis Khan.

Chi conosce i romanzi di Clive Cussler, sa quello che deve aspettarsi, quando ne inizia uno nuovo. Lo schema è ripetitivo, quasi rassicurante nelle certezze che offre, come nei telefilm degli anni 80: malgrado ciò che scorre nel mezzo, l’inizio e la fine si assomigliano sempre.

L’inizio è un antefatto storico, con fondamenti verosimilmente reali, questa parte generalmente si prende un paio di capitoli, una sessantina di pagine in tutto. Subito dopo, saltando ai giorni nostri, Dirk Pitt e Al Giordino, gli eroi della storia, si trovano,quasi sempre per caso, al centro di avvenimenti che, inesorabilmente, li condurranno diretti in quel passato che ha dato inizio a tutto.
Nel mezzo, avventure avventurose. Un po’ agenti segreti, un po’ archeologi, i nostri eroi, devono affrontare prove e risolvere problemi, che sfiorano la fantascienza, ci saranno morti, ma non saranno tra i buoni e quando capita questo, sarà sempre qualcuno a cui non avevamo fatto in tempo ad affezionarci.

La fine, è continuativamente lieta. e i buoni vinceranno senza eccezione, sempre!

Malgrado la ripetitività dell’impianto narrativo, leggere i romanzi di Clive Cussler, non annoia mai,
anche se uno sa sempre cosa aspettarsi, non esiste il pericolo di incappare in momenti di stanca o di fastidio.

Il Tesoro di Gengis Khan, non fa eccezione a quanto detto sopra. L’antefatto storico, ci riporta nella Cina del XII secolo, quella per intenderci, governata dalla dinastia mongola, e precisamente da Kublai Khan. Indizi, sparsi nel racconto degli eventi di quell’epoca, ci lasciano immaginare quale sarà l’avventura, che Dirk Pitt e Al Giordino, dovranno poi affrontare ai giorni nostri.
Ed infatti, ce li ritroviamo, qualche secolo più tardi, proprio al centro del lago Baikal, intenti a fare rilevazioni sulle correnti per conto della NUMA, la National Underwater & Marine Agency della quale Dirk è presidente, inutile dire che da lì a poco, una serie di eventi, del tutto casuali, li trascineranno proprio al centro di quelle avventure già citate nella mia prefazione.

Questo libro è stato scritto a quattro mani, con il terzo dei suoi figli, che si chiama, in onore del protagonista dei romanzi del padre, Dirk Cussler!
Piccole curiosità: Clive Cussler ama inserirsi nella storia, come in un piccolo cameo cinematografico, in questo romanzo, lo troviamo come autista di una corriera nel bel mezzo del deserto del Gobi. Nelle trame dei suoi racconti, inserisce spesso elementi reali della sua vita, come le macchine d’epoca di cui è collezionista. Oppure trasporta nella realtà, cose che create per le sue opere, come la National Underwater & Marine Agency.

Lo consiglio:non aspettavi capolavori letterari però,ma “solo” 500 pagine di puro divertimento.Alla prossima
Nino P.



Fonte: Ciao!

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